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LA MIA LUNGA AVVENTURA

Mi chiamo Thai

e la mia storia voglio narrarvi.

Sono un esotico gatto:

vengo da tempi e terre lontane.

La mia patria é là,

nel favoloso Oriente:

Siam era il suo antico nome,

oggi é detta Thailandia

Nella biblioteca della sua capitale, Bangkok,

un vecchio libro che parla di me potete trovare.

"I poemi del gatto" é intitolato

e racconta del mio sfarzoso passato.

Racconta di quando, nei secoli andati,

ospite vivevo in monumentali palazzi,

da principi e principesse ammirato e adorato.

Poi gli inglesi a Londra mi vollero,

anche per farmi esibire

insieme ad altri felini

al Christl Palace, alla mitica mostra.

La cosa non piacque,

né a me, né a chi venne guardarmi sfilare.

Nell'uggioso britannico clima

a respirare faticavo perfino

e chi volle vedermi da vicino

mi considerò un brutto anatroccolo,

pardon, un brutto felino.

Ma di lì a poco

le cose dovevan cambiare

Owen Gould, console inglese a Bangkok,

due gatti del Siam,

di nome Pho e Mia,

regalò all'amata sorella

a Londra restata.

Nonostante della mia razza

il passato insuccesso,

di portarli alle mostre

lei ebbe l'ardire

e stavolta fu un vero trionfo!

Agli inglesi cominciai a piacere

e tutti mi vollero nei loro salotti;

divenni un pregiato gatto di razza,

dal nome della mia patria

Siamese fui appellato

ed un Club mi fu dedicato.

Ben oltre i confini della Gran Bretagna

pian piano si estese la mia fama.

Gli Anni Quaranta e le loro guerriere faccende

eran tuttavia in agguato

ed io venni dimenticato.

L'oblìo per fortuna fu breve.

Della gente tornata a più ameni interessi,

nei tardi Anni Cinquanta

l'incondizionato amore avevo riconquistato.

Ma alla porta già bussavano

gli innovativi Anni Sessanta.

Tutto gli uomini volevan cambiare

e perfino i miei connotati mutarono.

Un corpo più snello,

le orecchie più grandi,

un muso più affilato

ed un attraente profilo bombato:

il nuovo Siamese era nato!

A lui il nome dovetti lasciare.

E pure il posto alle mostre feline.

Ormai ero un semplice gatto di casa

e talvolta libero per strada vagavo.

Nondimeno continuavo a piacere.

C'era chi la mia compagnia

alacremente cercava

e c'era chi alle Esposizioni ancor mi avrebbe voluto osservare.

Un nome nuovo però mi occorreva

perché non potevo più dirmi Siamese.

In ricordo della mia patria,

adesso diventata Thailandia,

Thai fui allora chiamato.

In Francia, in Germania,

eppoi in Italia

tornai gatto di razza,

una razza nuova eppur antica,

sì ... antica, eppur sempre attuale.